MOSCIANO – Una decina di persone hanno accusato bruciori alle labbra, agli occhi e al naso, qualcuno di essi anche difficoltà a respirare e tutti hanno riferito di aver visto innalzarsi una nuvola: a provocarla, assieme a un principio di incendio, è stato lo sversamento di circa un metro cubo (mille litri) di acido peracetico che la Ruzzo Reti utilizza nella parte finale del processo di depurazione, essendo un potete disinfettante. Anche in quello di Mosciano stazione, che si trova sulla sponda del fiume Tordino, a ridosso delle grandi aziende del polo industriale che comprende anche l’Amadori e Goter, proprio a lato del raccordo stradale tra lo svincolo dell’autostrada A14 e la rotonda di iinnesto della Teramo-Mare, a Grasciano. Ecco perchè i primi a subire le irritazioni sono stati alcuni camionisti e automobilisti in transito.
L’allarme chimico poco dopo le 18. E’ scattato subito l’allarme chimico e appena vigili del fuoco e polizia stradale hanno raggiunto la zona del depuratore, è stato imediatamente bloccato il transito sulla Teramo Mare dall’ingresso di Villa Zaccheo a scendere. Anche l’autostrada è stata momentaneamente chiusa al traffico, nelle due direzioni tra i caselli di Roseto e Val Vibrata, essendo il suo tracciato molto vicino alla zona della dispersione. Sul momento, al buio, non è stato chiaro quanto ampia fosse la nube tossica. Pompieri e agenti hanno indossato le maschere antigas e hanno tenuto a distanza altre persone che non fossero addetti alla sicurezza e ai soccorsi.
Falso allarme su operai intossicati. In un primo momento si era anche sparsa la voce ce ci fossero degli operai nella zona del depuratore e che fossero rimasti intossicati gravamente e per questo motivo è scattato anche il piano di emergenza: sono state allertate le centrali operatve del 118 d’Abruzzo e delle vicine Marche, con i pronto soccorso allertati a ricevere eventuali intossicati e anche il Centro antiveleni.
L’acido peracetico. L’acido peracetico è un forte ossidante, se riscaldato provoca incendi e si autoalimenta, ha un forte potere corrosivo e un contatto prolungato con la sostanza provoca gravi ustioni cutanee e se ingerito non ha antidoto ed è dunque mortale. Da qui di conseguenza il giustificato allarme. Il soccorso viene portato svestendo i pazienti e bagnandoli copiosamente con acqua per lavare e diluire la sostanza presente sull’epidermide e sulle mucose.
Intervento di sicurezza con acqua e sabbia. I vigili del fuoco sono intervenuti in forse con 16 uomini e cinque mezzi, dal comando di Teramo e dal distaccamento di Roseto, diretti sul posto dal funzionario Giovanni Cavallari: hanno ‘attaccato’ il piazzale del depuratore dove si era prodotto lo sversamento con getti di acqua frazionata e con sabbia. L’acido fuoriusciva da una cisterna sul piazzale, dunque da una rottura del contenitore dei mille litri, la cui causa adesso dovrà esseere accertata.
Il presidente della Ruzzo Reti. A chiarire la causa dell’incidente verificatosi nel tardo pomeriggio, è intervenuto il presdente della Ruzzo Reti, Antonio Forlini: «Da quanto è stato vietato l’utilizzo del cloro, per disinfettare i depuratori dobbiamo utilizzare per legge l’acido peracetico – ha detto -. Propio per le sue proprietà ad alto rischio, ne stocchiamo una minima parte per volta: ce n’era un metro cubo, dobbiamo chiarire perchè c’è stato lo sversamento».